רוּחַ (ruah)

Ho letto/ascoltato che il termine ruah non andrebbe tradotto con spirito perché significa oggetto che aleggia.

Foto di Davide Cantelli pubblicata su UnsplashNel libro “Il Dio alieno della Bibbia” il Sig. Biglino ha scritto:

[…] il termine [ruàch] indica chiaramente un oggetto materiale capace di portare un individuo anche per lunghe distanze: in Ezechiele 8,3 il profeta viaggia addirittura da Babilonia a Gerusalemme!

Dunque, secondo il Sig. Biglino, si tratterebbe di un oggetto capace di trasportare individui.

Prima di capire cosa significhi esattamente tale termine, occorre far notare che lo stesso termine va traslitterato con ruah o ruach, e non con ruàch, quindi senza accento sulla a (semmai va messo l’accento circonflesso sulla u). Nel libro suindicato è scritto in questo modo per ben 29 volte e a ciò va aggiunto che è accompagnato sempre dall’articolo il, quindi il Sig. Biglino ritiene che sia un sostantivo maschile, ma consultando qualsiasi dizionario di ebraico si rileva, invece, che sia un sostantivo femminile.

Ennesima prova che il Sig. Biglino conosce l’ebraico in maniera sommaria. Ricordiamo che ha preso solo una ventina di lezioni di ebraico…

Ma veniamo al significato del termine ruah. Basta aprire i dizionari di ebraico e si scopre che non supportano l’affermazione dell’autore del suddetto libro. Nessun dizionario lo indica come oggetto capace di trasportare individui.

Ad esempio il “Brown–Driver–Briggs, Hebrew and English Lexicon“, pag. 924 lo indica come respiro, vento e spirito. Non c’è traccia di mezzi volanti.

Ma in Ezechiele 8,3 il profeta scrive di essere stato trasportato a Gerusalemme.

In Ezechiele 8,3 si legge:

[…] uno spirito (ruah) mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme […]“.

Secondo il Sig. Biglino ciò sarebbe sufficiente a credere che il termine ruah indichi un mezzo di trasporto capace di volare, ma dal testo possiamo fare due tipi di osservazioni:

  1. Un forte vento (ruah) sarebbe capace di sollevare una persona, perché dunque si dovrebbe pensare ad un mezzo volante?
  2. Ezechiele racconta di essere stato portato a Gerusalemme “in visioni (mar’àh) divine“, quindi ha visto Gerusalemme in una visione, non è stato trasportato. Il lessico “HALOT” di Koehler e Baumgartner, pag.214, infatti, indica chiaramente che mar’àh significa visione, apparizione. Si veda anche il “Brown–Driver–Briggs, Hebrew and English Lexicon“.

Ma il termine ruah ha radice in un pittogramma sumero che raffigura un oggetto che vola sull’acqua.

Nel libro “Il Dio alieno della Bibbia” il Sig. Biglino ha scritto che il termine ruah “affonda le sue radici nella lingua sumera nella quale il suono RU-A veniva reso con un pittogramma molto esplicativo” facendo riferimento al libro “The Genius of the few” di Christian O’Brien and Barbara Joy O’Brien che a pag. 322, riportando il pittogrammaPittogramma ru-a, descrivono come segue:

Questi pittogrammi, negli orientamenti verticali in cui sarebbero apparsi su una tavoletta di argilla, suggeriscono notevolmente una qualche forma di imbarcazione aerea “in bilico” sull’acqua. Le ali (menzionate in 2 SAM 22:11) sono chiaramente visibili, ma la parte inferiore non è il corpo di un uccello: è più simile alla forma di una barca con chiglia. La deduzione naturale sarebbe che il ruah fosse in grado di volare e di atterrare sull’acqua“.

Il libro del Sig. Biglino chiosa: “Il disegno contiene due elementi: un oggetto superiore (suono RU) che si trova al di sopra di una massa d’acqua (suono A)“.

Alcune considerazioni sono a tal proposito doverose:

  1. Christian O’Brien non era un sumerologo, ma un geologo con la passione per altre materie. Le sue tesi non sono mai state accettate dalla comunità scientifica.
  2. Nel libro si dice che i pittogrammi “sarebbero apparsi su una tavoletta di argilla“, dunque si usa il condizionale, infatti non viene citata la tavoletta e non lo fa neanche il Sig. Biglino.
  3. Il pittogramma che secondo O’Brien e Biglino avrebbe suono RU, in effetti, alla luce dei più recenti studi rispetto al materiale consultato da O’Brien, viene ormai traslitterato sempre con SZAGAN. Si veda ad esempio la traslitterazione riportata sul sito cdli (Cuneiform Digital Library Initiative) per il CDLI N. P005987, pubblicata in “The University of Chicago Oriental Institute Publications”, Vol. 104 (OIP 104).

Il termine ruah, pertanto, non ha nulla a che vedere con la lingua sumera ed infatti tale radice non è riportata in alcun dizionario di ebraico. Strano che non se ne sia accorto uno che ritiene di essere un profondo conoscitore della lingua ebraica, nonché traduttore di 17 libri dell’Antico Testamento della Bibbia…

Ma il pittogramma è riportato anche su una stele di origine sumero-accadica.

Nel libro “Non c’è creazione nella Bibbia“, pubblicato nel 2012, il Sig. Biglino ha scritto:Disegno della stele pubblicata su "Non c’è creazione nella Bibbia"

Riportiamo qui di seguito la riproduzione precisa della stele che si trova al Museo Nazionale di Cartagine. Come già detto, l’attribuzione è incerta: sumero-accadica per alcuni, fenice per altri. […] Il reperto (14) è stato datato al 1950 a.C. […] abbiamo la rappresentazione di una scena che si adatta perfettamente a quanto descritto nella Genesi: un oggetto che si libra – merachefet [merachefet] – sull’acqua“.

Nella nota (14) si specifica: “La segnalazione del reperto originale ci è stata fatta dall’amico Stefano Sepulcri“. Viene poi ringraziato l’amico Sepulcri ma non viene specificato di cosa si occupi. Non è dato sapere. Evidentemente non interessava neanche all’autore del libro, così come non gli interessava verificare la segnalazione, visto che è piena di imprecisioni:

  1. La stele, ritrovata da Jean Herszek Spiro NON si trova al Museo Nazionale di Cartagine, ma si trova in Europa presso la collezione del nipote di Spiro, Léo Dubal-Spiro, (si veda stele Spiro #18), autore tra l’altro di opere come “L’énigme des stèles de la Carthage africaine“.
  2. Chi sarebbero gli studiosi che l’attribuirebbero a origini sumero-accadiche o fenicie? Non è dato sapere, anche perché nessuno studioso serio al mondo si sarebbe sognato di fare una tale attribuzione, dal momento che la stele, come tutte le altre collezionate da Léo Dubal-Spiro, ha origini puniche.
  3. Chi sarebbero gli studiosi che avrebbero datato la stele al 1950 a.C.? Non è dato sapere, anche perché nessuno studioso serio al mondo si sarebbe sognato di fare una datazione simile, dal momento che la cultura punica si è sviluppata intorno al VI secolo a.C..
  4. L’acqua su cui librerebbe l’astronave descritta dal Sig. Biglino non è un pittogramma, ma solo un decoro della stessa stele.
  5. Il simbolo riportato sulla stele, l’astronave sumero-accadica del Sig. Biglino, non è altro che il simobolo della dea Tanit, la principale dea venerata dai cartaginesi, e lo si trova su tante altre stele, come questa. Era associata, tra l’altro, alla luna, ed il simbolo, infatti, indica una luna crescente.

Eppure nel libro del Sig. Biglino è scritto anche:

Per correttezza e completezza d’informazione va detto che quest’immagine è stata interpretata anche come la raffigurazione di un eclisse[..]“.

Ovviamente ha preferito scartare questa interpetazione immediatamente perché non lo supportava sul discorso dell’oggetto che si libra sulle acque…

Da notare, infine, che l’espressione di Genesi 1,2, che in italiano viene normalmente tradotta in “Spirito di Dio“, è “ruah elohim“. Questa espressione, come spiegano gli ebraisti e come riportato anche nella nota al versetto nella Bibbia di Gerusalemme, non indicherebbe lo Spirito, poiché il termine ruah è scritto senza articolo, e seguito dal plurale intensivo elohim, indicherebbe un vento (ruah) fortissimo, un vento divinamente forte, “che spazza la superficie delle acque“. Ennesima spiegazione, tra l’altro, dell’utilizzo del plurale intensivo elohim che disintegra ancor auna volta le tesi del Sig. Biglino sul plurale di tale termine.

Analoga espressione è riportata in Genesi 41,38: “Il faraone disse ai ministri: “Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito (ruah) di Dio (Elohim)?.

Se dovessimo seguire le indicazioni del Sig. Biglino dovremmo pensare che il Faraone volesse cercare un’astronave in qualche uomo…

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