Il Metodo

Ho letto/ascoltato che ha creato un suo metodo di studio: il metodo “Facciamo finta che…”.

Sì, le teorie del Sig. Biglino si basano sul suo metodo “Facciamo finta che ciò che si legge nella Bibbia sia vero”.

Foto di Niklas Hamann pubblicata su UnsplashE’ da dire, però, che non può essere ritenuto un vero metodo, poiché lo stesso non è mai stato sottoposto a revisione comparata, quindi mai approvato dall’intera comunità di studiosi e del resto come vedremo non può essere applicato alla Bibbia per i seguenti motivi:

  1. Si basa su una interpretazione letterale del testo
  2. Non è applicabile all’intera Bibbia, poiché alcuni termini non restituirebbero sempre il significato che vorrebbe attribuirgli il Sig. Biglino, anzi spesso si otterrebbe un testo grottesco.
  3. Utilizza la tecnica cosiddetta dei “dizionari rotanti”

 

Perché non dovremmo interpretare alla lettera la Bibbia? in tal modo il testo è facilmente comprensibile.

Qualsiasi testo, soprattutto se antico, non può essere interpretato alla lettera. Occorre conoscere l’autore, la cultura del popolo della lingua con cui è stato scritto quel testo, il contesto storico in cui è stato scritto, nonché i modi di dire, e soprattutto non bisogna prendere singole frasi fuori contesto e senza compararlo con altre parti dello stesso testo. Purtroppo tutto ciò il Sig. Biglino non lo applica.

Ad esempio, nel V canto dell’Inferno della Divina Commedia, Francesca si rivolge a Dante con la seguente espressione: “O animal grazioso e benigno; che visitando vai per l’aere perso”.  Se interpretassimo alla lettera dovremmo intendere che Francesca abbia insultato Dante dandogli dell’animale?

Conoscendo il contesto, l’autore ed il linguaggio dell’epoca, sappiamo che per “animal” si intende un essere vivente con anima.

Immaginiamo, inoltre, che tra duemila anni venga ritrovato uno scritto in lingua italiana in cui si legge la frase di una madre che si rivolge al proprio figlio piccolo dicendo: “Ti mangerei di baci“. Applicando il metodo del Sig. Biglino, interpretando alla lettera e “facendo finta che ciò che è scritto sia vero”, uno studioso alla Biglino giungerebbe alla conclusione che duemila anni prima le madri praticavano il cannibalismo e mangiavano i propri figli ingannandoli con i baci…

E’ lo stesso Sig. Biglino, tra l’altro, che durante le sue conferenze insegna che anche in lingua italiana la stessa parola può assumere più significati e per dimostrarlo compone le seguenti frasi con la parola “spirito”:

  • Ciliegie sotto Spirito.
  • Uomo di Spirito.
  • Spirito di Squadra.
  • Casa abitata da uno Spirito.

Dimostra, pertanto, che una parola può assumere vari significati secondo il contesto dello scritto.

Perché, allora, si ostina ad affermare che l’esegesi biblica non serve e che basta interpretare alla lettera ciò che si legge?

In un’intervista rilasciata alla Federazione Ufologica Italiana ha dichiarato:

Io ritengo che la chiave di lettura letterale sia quella più consona e comunque imprescindibile perché è l’unica chiara, immediata e verificabile: le altre presuppongono che il lettore-esegeta si cali nella mente degli antichi autori con la pretesa di conoscerne i pensieri fino a sostenere che “quando dicevano una cosa, in realtà, ne volevano rappresentare un’altra”“.

Forse lui non si cala nella mente di chi parla di “ciliegie sotto spirito“? Dunque ciò che per gli altri deve essere motivo di scandalo, per lui è motivo di vanto. Due pesi e due misure!

Quando spiega le sue traduzioni, però, cita sempre i dizionari di lingua ebraica, quindi è attendibile.

La tecnica che utilizza il Sig. Biglino è quella cosiddetta dei “dizionari rotanti“, cioè cita un dizionario quando può rilevare da esso qualche significato che potrebbe avallare la sua traduzione, ma esclude lo stesso dizionario quando invece gli darebbe completamente torto. Ad esempio cita il “Dizionario di ebraico e aramaico biblici” di Philippe Reymond (troncando la nota contenuto nello stesso) per giustificare che il termine olam non significa eternità, ma non cita mai lo stesso dizionario per gli altri termini, perché gli darebbe torto.

Analogamente cita il dizionario “The Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexiconper sostenere che il termine tselem non significherebbe immagine, evitando tra l’altro di dire che la prima parola citata dallo stesso dizionario è proprio image, ma non lo cita mai a proposito del termine elohim, perché smonterebbe le sue tesi su quest’ultimo termine.

Un metodo serio, invece, deve indicare i testi presi a riferimento che devono sostenere sempre le tesi dello studioso e se il metodo si riferisce a traduzioni di testi antichi, occorre dimostrare che le stesse traduzioni possono essere applicate all’intero testo. Ciò non accade con il metodo del Sig. Biglino, poiché applicandolo con alcuni vocaboli tradotti secondo le sue tesi (es. kavod) in alcuni passi il testo diventerebbe alquanto ridicolo.

 

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4 Commenti

  1. Salve
    Approdo a questo portale con curiosità e ne apprezzo la struttura che aiuta il lettore ad ampliare lo spettro analitico. Infatti, da profani, è facile farsi trasportare e convincere da esposizioni che fondano il metodo in un terreno sconosciuto. Già il solo non essere all’asciutto delle fallacie argomentative, è un’arma sufficiente a far alzare la cosiddetta “red flag”.
    Se posso permettermi, la similitudine “ti mangerei di baci” mi sembra solo un poco fuori luogo, perché il verbo è innanzitutto condizionale e la struttura psicologica alla base è ben nota e descritta come cute aggression anche dalle recenti  pubblicazioni della Dott.sa Katherine Kuhl-Meltzoff .
    Se ci sono arrivato io in 5 minuti di ricerca, auspico che gli studiosi tra 2000 anni possano fare meglio di me.
    Sulle traduzioni di Kavod e El Shadday alzo mestamente le mani  perché fuori dalla mia portata. Ne ho lette di ogni.
    Vedasi la pubblicazione dell’ Oxford Hournals ( F.M. Behymer ) “the name of Shadday is invoked as the blessing from Heavens above,the depth beneath of the brestand the woomb…..Thus the name of Israel’s God as El Shadday is shown to relate chiefly to maternal function of nursing…”
     

    • Salve Riccardo,

      grazie per aver visitato il sito e per averne apprezzato i contenuti.

      Relativamente all’espressione “ti mangerei di baci” c’è da dire che una mamma potrebbe utilizzare anche il presente “adesso ti mangio di baci” mentre bacia il suo bambino.

      Lei ha ragione quando dice che tale espressione è ben nota e che alcuni studiosi la catalogano come “cute aggression”, ma il problema con le tesi del Sig. Biglino è proprio questo: i temi trattati sono ben conosciuti e basterebbe fare delle ricerche in rete ed in 5 minuti ci si renderebbe conto delle corbellerie che afferma.

      Il problema è che non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire.

      Per quanto riguarda “El Shadday” c’è un dibattito aperto tra gli ebraisti, poiché è una espressione non chiara e vi sono varie interpretazioni. Ovviamente il Sig. Biglino ne approfitta per indottrinare sull’essere alieno violento. Questo problema si risolve a monte: la Bibbia è un libro che parla del Dio unico di Israele, non di “quelli lì”.

      Saluti

  2. Qui signor Giuseppe le devo assegnare umn punto in quanto non tutto si può e si deve leggere letteralmente anche se credo che chi scrisse quelle storie mila ,anni fa non diceva ti mangerei di baci. Comunque seguendo quel metodo qualcuno scopri Troia. Signor Giuseppe scopra anche lei un metodo simpatico per leggere la Bibbia. Daltronde anche i Geova hanno un loro modo, come i cattolici, gli ortodossi e gli atei…

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