בָּרָא (bara’)

Ho letto/ascoltato che la Bibbia non parla di creazione perche il termine bara’ non significa produrre dal nulla.

Foto di Chris Sanchez pubblicata su UnsplashCome al solito il Sig. Biglino parte da concetti veri per alterarne il significato ed indurre il lettore/interlocutore a credere alle sue affermazioni.

Il termine bara’ appare la prima volta nella Bibbia in Genesi 1,1: “Bereshît bara’ ’Elohîm ’et hasshamajîm we’et ha’ares“, cioè “In principio Dio creò il cielo e la terra“.

Come spiega il Cardinale Gianfranco Ravasi in un articolo di Famiglia Cristiana del 24 giugno 2021, “la mentalità semitica faticava ad esprimere concetti astratti come è appunto quello di «nulla» […] Quando si sarà in epoca ellenistica e ci saranno le categorie filosofiche greche di «essere » e «nulla», allora anche la Bibbia si adatterà a questo linguaggio.”

Analogamente spiega il Dizionario di Teologia Bibilica Marietti di Xavier Leon-Dufour, 1984, pag. 223: “Infine,  nell’epoca greca, si giunge all’ídea esplicita di un mondo tratto dal nulla“.

Dunque l’autore bibilico di Genesi non avendo nella sua cultura il “nulla” utilizza il termine bara’ che significa intagliare o modellare, quasi a voler indicare l’opera di un artigiano, di uno scultore, che modella la propria opera.

Quindi è corretto pensare che la creazione non sia avvenuta dal nulla.

Se ci si sofferma sul primo versetto della Genesi potrebbe essere plausibile, ma nei versetti successivi lo stesso autore biblico descrive il contesto e cita i termini tohu wabohu, che come è spiegato nel già citato articolo del Cardinale Ravasi si tratta di “un’espressione cupa che evoca una superficie desertica, desolata, che indica assenza di vita, silenzio e morte, il nulla appunto“.

Continuando a leggere i versetti successivi, si rileva inoltre che la luce, il firmamento, i germogli, i pesci, ecc. sono creati mediante la Parola di Dio, quindi dal nulla.

Per la creazione del firmamento, inoltre, non è utilizzato il termine bara’, ma asah, che è il verbo fare, e come spiega Rav Di Segni in questo video è uno dei tanti termini utilizzati nella Bibbia per descrivere la creazione.

Del resto in Esodo 20,11 è scritto: “Perché in sei giorni il Signore ha fatto (asah) il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi […]“. Analogamente in Neemia 9,6 si legge: “Tu, tu solo sei il Signore, tu hai fatto (asità) i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e quanto sta su di essa, i mari e quanto è in essi […]“.

Dunque, il termine bara’ di Genesi 1,1 viene sostituito in altri passi col verbo asah (fare) e, pertanto, quando il Sig. Biglino dice che bara’ significa “separare nello spazio“, oppure “intervenire per modificare una situazione“, afferma una cosa non vera.

Se così fosse, bisognerebbe allora spiegare il significato di Genesi 1, 21: “Dio creò (bara’) i grandi mostri marini […]“. Cosa sarebbe stato “separato nello spazio” o quale intervento sarebbe stato fatto per “modificare una situazione“? Il Sig. Biglino non fa alcun accenno a questo passo nei suoi libri e nelle sue conferenze.

La Septuaginta, o versione dei LXX, inoltre, traduce il termine bara’ con εποίησεν (epoieò) che significa fare, produrre, costruire.

In 2 Maccabei 7,28, infine, si legge: “Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano“. E nel capitolo 38 del libro di Giobbe è scritto a chiare lettere dell’intera creazione a opera di Dio, libro che il Sig. Biglino ben si guarda dal citare.

La Bibbia, pertanto, conferma che la creazione è avvenuta dal nulla ed anche il “Brown–Driver–Briggs, Hebrew and English Lexicon“, pag. 185 conferma che il termine bara‘ può significare creare.

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